GIANNI DE TORA

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1998 Libreria Guida Merliani, Napoli 11-13 Giugno

 
ARTICOLO DI ELA CAROLI SUL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO DEL 14.6.1998

Le «mutazioni» e i triangoli allusivi

Sotto le mutande pulsa un cuore d'artista. Lo dimostrano quelli del gruppo “Mutandìs” formatosi un anno fa per rivendicare la capacità di mutazione e confronto continuo: Gianni De Tora, Mario Di Giulio, Michele Mautone, Rosa Panaro, Mario Ricciardi, più la «teorica» Nora Puntillo. Dopo le perfomances vesuviane (- Mutandis- fiume di pietra-) e quelle a Villa Signorini, alla Mostra d'Oltremare e a Piazza Bellini, ora in una mostra da Guida Merliani il gruppo espone le proprie allusive triangolarità, in un clima ironico e antiintellettualistico.

 
manifestino per la serata
GRUPPO MUTANDIS
LIBRERIA GUIDA A VIA MERLIANI NAPOLI 11-13 GIUGNO 1998

Costituitosi da oltre un anno e mezzo, il gruppo vede riuniti cinque artisti in un singolare laboratorio sperimentale dove il lavoro creativo è in evoluzione, mutazione e confronto continui. Gianni De Tora, Mario Di Giulio, Michele Mautone, Rosa Panaro, Mario Ricciardi - docenti nel Liceo Artistico di Napoli - lavorano sul tema suscitato dalla sesta componente, Eleonora Puntillo, che nel gruppo ha l'incarico della comunicazione scritta. La proposta è stata quella di intraprendere una ironica sfida ai linguaggi e alle tematiche codificate, puntando anche a un gioco di parole allusivo derivante da una notissima frase avverbiale latina, "mutatis mutandis" ("mutate le cose che sono da mutare"). Di fronte all'inflazione di SHIRT d'autore variamente istoriate e dipinte, il gruppo si propose in un primo momento di realizzare "culotte d'autore" collettiva e gigantesca; quindi ha scelto la strada dell'elaborazione autonoma seguita dal confronto. Tema rischioso affrontato con ironico sprezzo del pericolo quello del primo indumento imposto (allo stato vegetale) ai disobbedienti progenitori quando vennero cacciati dal Paradiso terrestre; non solo erotismo e pubblicità ammiccante fino a poco tempo fa solo al femminile e ora non più (anzi ... !), ma pure tema di ricerca storica, etnologica, di dotte trattazioni, di articoli, libri, nonchè eternamente presente nelle quotidiane immagini filmiche, fotografiche, televisive (ricca la bibliografia: "In principio erano le mutande", romanzo di Rossana Campo; "Fenomenologia delle mutande" su l'Espresso del novembre '97; "i segreti della seduzione - secoli di mutande dalla meta' del 700 al 1960" recente mostra a Roma; "Storia delle mutande: dalle 'briglie da culo' rinascimentali fino al culto contemporaneo di Luciano Spadanuda). Ben presto il tema, nell'elaborazione e nei prodotti dei cinque artisti, ha mantenuto solo qualche accenno di allusiva ... triangolarita' per spaziare di parecchio oltre l'iniziale scherzosa allusione programmatica ("il re e' nudo? mettiamogli almeno le mutande! si dichiarava nel proclama numero 1) per intraprendere la sfida del "comunicare in allegria invece di nascondersi dietro i codici dell'intellettualismo", della sollecitazione al mercato, e del lavorare insieme, ma con mutazione incessante nella ricerca e nella creatività : forme costantemente diverse, dal Vesuvio al toro all'albero alla fiamma al libro alla tenda ... Fatto raro, questo del gruppo che si regge anche sul confronto interno, che riesce a proporre ogni volta qualcosa di diverso e di mutato. Questa installazione da Guida a via Merliani presentata da Luca (Luigi Castellano) è la quinta tappa in 18 mesi di attività con produzione sempre diversa. Cominciarono con una performance sul Vesuvio (Mutandis-Fiume di Pietra), proseguirono con installazioni a Villa Signorini (Mutandis-Miglio d'oro), parteciparono alla collettiva nella Mostra d'Oltremare (Mutandis-Bidonville), concludendo il '98 a Piazza Bellini (Mutandis-Evaluna).

GIANNI DE TORA "homo pictoricus" dai segni geometrici e colori semplici, è fra i fondatori del Gruppo 'Geometria e Ricerca'. Nel fatidico '68 è a Parigi, dove i suoi "contrasti" vengono premiati alla biennale italiana del '72; espone a Londra, poi in Fiere d' Arte e personali, a Roma, Bologna, Dusseldorf e Basilea. Nel '74 alla Quadriennale di Roma presenta studi sulle strutture riflesse, quindi si dedica alle relazioni tra opera e ambiente. Con personali e collettive espone nel Museo del Sannio, a Vienna, S. Paolo, Valparaiso, in Francia, in Finlandia, agli Arsenali di Amalfi (a cura di Pierre Restany), Milano, Vancouver, Saint Paul, Mannheim.

MARIO DI GIULIO pittore e grafico dal segno ironico-allusivo, inizia l'attività espositiva con la "MAIL ART"('80-'83) a Torino, Siracusa, Sassoferrato, Padova, Pavia, Firenze, Como, Napoli; in Spagna a Barcellona, Figueras, La Coruna. Quindi si dedica al tema che gli è rimasto più caro (proposto nelle mostre in Italia e all'estero): "pagine di libri" e "libri d'artista", frutto d'una ricerca di matrice astratta: eliminando ogni residuo figurale, punta al binomio segno-colore. Su questa tematica lavora ed espone dal'90 a Torino Lingotto (salone del libro), Eibar Guipuzcoa (Spagna), Marsala, Roma, Gyor (Ungheria), Belgioioso, Novara, Caserta.

MICHELE MAUTONE con cemento, ferro, sabbia, scagliola, legno, usa costruire "immagini di scultura", "quadri di scultura in cornice". Dal 1978 aderisce con opere grafiche ad alcune iniziative di MAIL ART, collabora con la rivista HYRIA. Dal 1976 espone in personali o collettive a Eboli, Cassino (Liceo Artistico), Napoli (gallerie San Carlo e Il diagramma 32), Cava, Angri, Avellino (Museo Irpino). Dall' 80 partecipa agli incontri tra pittori e scultori, a rassegne internazionali e a mostre grafiche; per la rivista "Arte e Carte" produce la serie di incisioni "Un francobollo per Napoli"; seguono le grafiche "Dodicimesi" e le pitture-sculture "Il mito e oltre".

ROSA PANARO scultore con ceramica, resine, cartapesta, argilla; partecipa a interventi nello spazio sociale-urbano, all'impegno femminista (galleria Lucio Amelio, mostra "La donna ha il cervello troppo piccolo per l'intelligenza ma sufficiente per l'amore"). Presente a esposizioni nazionali e internazionali, ad attività di gruppo (Biennale '78 di Venezia con "Immagine e creatività; Nume rosette Napoli '79 con Forme nel tempo; con il Collettivo X al convegno e al manifesto su Donna e Antifascismo). Dall'87 trasforma in mamme le figure protofemministe di Lilith ed Eva, e inizia la serie di presepi; è l'unica donna nella rassegna "Fuori dall'ombra
- nuove tendenze a Napoli dal '45 al '65" in Castel Sant'Elmo (1991).

MARIO RICCIARDI inizia nel 1968 l'attività che egli definisce di "produttore di immagini e sculture", partecipando con continuità a mostre nazionali e conseguendo numerosi riconoscimenti. Dall'81 rivolge la sua attenzione ai più diversi linguaggi della sperimentazione artistica, nel quadro più generale della comunicazione per immagini. Il suo rapporto con la materia diventa così ragione e consapevolezza di un tempo nuovo delle arti, teso al riconoscimento di una "scienza del vedere" che resta il suo impegno principale, così come l'obiettivo di creare e comunicare insieme.

 
foto di repertorio
 
 
 
TESTO DI LUIGI CASTELLANO (LUCA) DEL 1998 PER PRESENTAZIONE MOSTRA

Tornati a - far ditta - come ai bei tempi o come succede di tanto in tanto, tra citazioni autoironiche e l'adattamento a protagonisti, il -gruppo dei cinque - (De Tora - Di Giulio - Mautone - Panaro – Ricciardi - Puntillo, ha montato un festival del trovarobato estetico alla insegna dei "Mutand (T) IERI", proprio come per una grande occasione. I -maturi- protagonisti di questa -struttura familiare- hanno puntualmente escluso le possibili crisi che investono la inutilità del "fare arte a Napoli" così, scambi di - trovate - si inseguono e ritornano per arrivare a tenere saldamente riuniti questi "amici-artisti", in serate di addormentamenti che i lunghi tempi morti della cultura della città", continuano a diagnosticarci. i materiali dei - testi -, sono intelligenti e capaci soprattutto di imporsi con una - uniformità - operativa quasi nascosta, che agilmente affianca le proposte ed anche un modo di celebrarsi, giocando sul rimando ad una - corda - che tiene il panorama delle - iscrizioni in una inesauribile sbornia di volute intuizioni/intenzioni, finte sorde per quanto ci costringe qui il grattarsi le palle. il lavoro dei "nostri" procede per cicli, attraverso momenti significativamente inediti, accanto ad alcuni punti fermi, curiosamente anomali che spesso ritornano con lo stesso impegno nella elaborazione. un modo di separarsi ed unirsi, ma sempre insieme, come grandi "raisonneurs", oltre la condizione del "gruppo". a volte la-riduzione al tema-, tende per converso all'astratto, presentando gli operativi come spezzoni di una stessa situazione senza però chiarirne i risvolti, ma sempre con margini di attenzione che vivono la luce dell'interrogarsi su di un mestiere sempre più spesso squallido, impotente, improprio. uno -spettacolo- vivo, che non risente di quel finalizzarsi su se stesso, ma sulla necessità autentica di opporsi ai continui fallimenti aziendali in corso. così, in veste di-arrangiatori/artist- in gran libertà, si sintetizzano intuizioni, si spostano o si rimpiazzano, riorganizzando di continuo le vicende da offrirsi al tema. l'elaborazione personale venendo a coincidere con il carattere dimostrativo e manieristicamente caricaturale dello straniamento vissuto attraverso le singole produzioni che dimostrano un impegno di rilievo, da non accogliere distrattamente, specie da parte di un pubblico motivato o professionalizzato.

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